Avete presente quando nell’articolo precedente vi ho raccontato di come i primi capitoli del mio romanzo si siano praticamente scritti da soli? Ecco, con il capitolo 15 è stata tutta un’altra storia…
Miseria…
Non capisco se è perché nel corso di quest’anno sia diventata più pignola o semplicemente perché sto arrivando alla fine e quindi il mio subconscio si sente già triste per la fine di questa bellissima esperienza. È un po’ come quando sto leggendo gli ultimi capitoli di un libro che mi ha preso tantissimo: tentenno, arranco, faccio addirittura finta di non ricordare cosa sia successo nei capitoli precedenti per tornare indietro e guadagnare qualche pagina (sì, lo so, sono da rinchiudere)… E badate bene, non perché non voglia sapere la fine della storia -perché un altro “brutto” vizio che ho è quello di leggere sempre l’ultimo capitolo di un libro prima di comprarlo… odio le brutte sorprese ok? quindi devo essere preparata- ma semplicemente perché sono incapace di chiudere. O forse è per l’ansia di quello che viene dopo? Subconscio cosa vuoi dirmi?????
Ma adesso basta psicoanalizzarmi e torniamo al mio romanzo e… al capitolo 15.
Dopo un lungo periodo in cui avevo messo tutto in standby per svariati motivi, finalmente finisco il capitolo 14 e, tutta eccitata, lo mostro a mio marito. “Mmh… Buono!” il responso. Basta. Nient’altro. Indecisa tra l’isteria e la depressione chiedo spiegazione “No, beh, è scritto bene come al solito ma…” “MA?” lo incalzo io. “Ecco, è un capitolo un po’ di contorno. Non succede nulla di particolare. Speravo ci fosse un qualche colpo di scena… così insomma… ma va bene eh?” “Va bene eh? Come può andare bene se hai appena detto che ho scritto un capitolo palloso!!!” e via di sclero.
Dopo aver appurato che il capitolo 14 era effettivamente un capitolo di contorno -VOLUTAMENTE- il capitolo 15 è diventato immediatamente un capitolo cruciale, sia solo per una questione di principio (mica sono permalosa)!
Ecco quindi spiegato perché il capitolo 15 non andava mai bene… questo fino ad oggi. Infatti nella nebbia metaforica in cui ero stabile ormai da settimane, oggi ho trovato la mia ispirazione e l’ho finalmente concluso.
Stasera lo farò leggere… vedremo cosa dirà Matteo… un “mmh, buono!” non sarà accettato!
Intanto vi lascio con la fine del capitolo
“Mandatemi a chiamare Jane Seymour, per favore. Subito!”
Alla prossima
fRa’