
Non è solo una questione sessista.
Il video parla chiaro: Ursula von der Leyen, presidentessa della Commissione Europea, è chiaramente sorpresa e infastidita dall’assenza di una poltrona per lei. Deve accomodarsi su un divano mentre il presidente turco Recep Tayyip Erdogan e il presidente del Consiglio UE Charles Michel hanno a disposizione due poltrone dorate con le rispettive bandiere alle spalle.

Una scena che raggela il sangue quella accaduta nella giornata di ieri, 7 aprile 2021, perché non solo rivela una maleducazione inaudita (ovviamente secondo i parametri occidentali), non è nemmeno solo maschilismo, bensì a mio parere ciò che è successo ad Ankara è un vero e proprio affronto alla libertà, al rispetto dei diritti e della civile convivenza.
Vedere chiaramente sfilarsi (letteralmente) da sotto il sedere ciò che per secoli è stato duramente conquistato avrebbe dovuto scatenare per lo meno un accenno di biasimo nei confronti della Turchia, nella persona di Erdogan, invece si è quasi fatto finta di nulla. Michel siede sulla sua bella poltrona e la von der Leyen li osserva dal suo divanetto.

Le dichiarazioni successive?
Se la Turchia si difende dicendo che ha seguito il protocollo e che la disposizione dei posti “è stata suggerita dalla parte europea prima dell’incontro”, il portavoce della commissione europea, Eric Mamer, risponde precisando che la Commissione “si aspetta di essere trattata secondo il protocollo adeguato” e che “saranno presi contatti con tutte le parti coinvolte perché non si ripeta in futuro”. Sempre Mamer precisa che “il servizio del protocollo della Commissione non ha partecipato al viaggio per il Covid”.
Ci sono già state situazioni analoghe in cui l’incontro avveniva tra Erdogan e altre due persone, ma essendo tutti uomini in quel caso le poltrone erano tre senza nessun problema organizzativo.

Il presidente del Consiglio Michel e la stessa presindentessa della Commissione europea, sostengono che la situazione è stata deplorevole, ma che hanno scelto di non aggravarla con un incidente politico. La von der Leyen addirittura afferma di aver preferito dare priorità alle questioni di sostanza piuttosto che al protocollo.
Ecco, è qui che mi sale la rabbia.
Capisco la scelta di non voler avviare una guerra mondiale, ma penso che ci siano modi eleganti ed educati di manifestare la propria disapprovazione davanti ad una situazione incresciosa, anche perché non dire niente a volte non è segno di superiorità, bensì di debolezza. Ciò che è accaduto mostra il problema di asservimento che l’Europa ha nelle relazioni con la Turchia.
Non solo hanno mancato di rispetto alle donne e al ruolo che ricoprono nella cultura occidentale, ma non hanno nemmeno rispettato le istituzioni europee e questo doveva essere sottolineato, non sottovalutato.
Il presidente Michel ad esempio, una volta accortosi che c’erano solo due sedie avrebbe potuto cedere il suo posto alla presidentessa, oppure non sedersi finché non fosse arrivata una poltrona anche alla von der Leyen. La stessa presidentessa avrebbe potuto chiedere di avere una poltrona come le altre e rifiutarsi di sedersi lontana e in disparte.
Qualcuno potrebbe obiettare “eh ma se voi donne volete la parità perché Michel avrebbe dovuto cedere il suo posto?”
In primo luogo perché non è una questione di cavalleria/educazione, bensì di rispetto verso la gerarchia delle figure istituzionali: Ursula von der Leyen ricopre un ruolo più alto rispetto a Charles Michel e quindi se proprio dovevano esserci due sedie, sarebbe stata lei a doversi sedere (ammonizione quindi anche per il presidente Michel che sembra non dar peso a questo dettaglio)
E poi perché è chiaramente una provocazione di un uomo che ha dimostrato in più occasioni di avvalersi di un modello illiberale che schiaccia oppositori e minoranze, vedasi il fatto dei 50 mila militari mantenuti a Cipro, trattati internazionali e leggi infrante per fini economici, spazio marittimo tolto alla Grecia, la chiesa di Santa Sofia trasformata in moschea, ecc.; insomma un esempio di boria dittatoriale tipica del presidente turco.
Ciò che è successo ad Ankara nella giornata del 7 aprile 2021 non deve rimanere in sordina: l’affronto non è stato solo verso una donna, bensì verso una tipologia di cultura e società.
Riflettiamoci.
Lady F.